Vittorio Gregotti (1927–2020) è stato uno dei più influenti architetti e teorici italiani del XX secolo. Figura di rilievo a livello internazionale, ha unito nella sua carriera progettazione, insegnamento, scrittura e direzione culturale. Fondatore dello studio Gregotti Associati, ha firmato progetti che vanno dal design industriale alla scala urbana, lasciando un segno profondo nella cultura architettonica contemporanea.
Un pensiero architettonico totale
Gregotti è noto soprattutto per la sua visione integrata del progetto: l’architettura, per lui, non era solo costruzione, ma una disciplina che dialoga con il contesto culturale, sociale e paesaggistico. Le sue opere si distinguono per il rigore formale, l’attenzione al luogo e una costante ricerca di significato. Tra i suoi lavori più celebri si contano il Centro Culturale di Belém a Lisbona, lo stadio Luigi Ferraris di Genova (ristrutturato per i Mondiali 1990) e il Piano di Bicocca a Milano, esempio di rigenerazione urbana pionieristica.
Il design secondo Gregotti
Pur essendo principalmente un architetto, Gregotti si è interessato al design industriale come parte della visione progettuale complessiva. Alcuni suoi arredi e lampade sono stati prodotti da aziende come Simoncini e Alias, sempre nel segno della semplicità e della funzione. Ogni oggetto disegnato da Gregotti ha un rigore formale che richiama l’architettura: nulla è decorativo, tutto è essenziale e strutturato.
Elementi chiave del suo stile nel design:
- Geometria pura e linee nette
- Assenza di orpelli, in favore della struttura
- Materiali industriali, come acciaio, vetro, cemento
- Un’estetica razionalista e culturale, mai fredda
Teorico, scrittore, direttore
Oltre che progettista, Gregotti è stato anche un grande intellettuale. Ha diretto riviste come Casabella, ha scritto numerosi saggi sull’architettura e ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione di intere generazioni di architetti. Credeva profondamente nel valore educativo e culturale del progetto.
Un’eredità concreta e teorica
Vittorio Gregotti ha saputo portare il design e l’architettura italiana a un livello di profondità e coerenza raramente eguagliato. Le sue opere, oggi più che mai, ci parlano di un’epoca in cui progettare significava interpretare il mondo e offrire soluzioni sostenibili, durevoli, misurate. I suoi oggetti, quando compaiono nel mercato vintage, sono apprezzati proprio per questo spirito severo ma visionario, perfetto per chi cerca un’estetica solida, consapevole, moderna.
Conclusione
Vittorio Gregotti non è stato solo un architetto, ma un pensatore del progetto. Il suo contributo al design e alla cultura architettonica resta uno dei più significativi del dopoguerra. Se stai cercando un oggetto che racconti un’idea forte, radicata nella storia e proiettata verso il futuro, esplorare il mondo di Gregotti è una scelta di sostanza.