Tra le figure più brillanti e brevi del design italiano del Novecento, Pio Manzù è ricordato non solo per la sua intelligenza progettuale, ma anche per la sua capacità di fondere estetica e funzione in una visione industriale coerente e lungimirante. Nonostante la sua carriera sia stata interrotta prematuramente, il suo contributo – specialmente nel campo dell’automotive e dell’illuminazione – ha lasciato un segno indelebile nel mondo del design.
Una carriera breve ma rivoluzionaria
Nato a Bergamo nel 1939, figlio dello scultore Giacomo Manzù, Pio dimostra sin da giovane una propensione per l’ingegno funzionale. Dopo gli studi in architettura all’ISIA di Ulm (Germania), entra nel mondo del design con un approccio fortemente analitico, quasi ingegneristico. Non disegna per abbellire, ma per migliorare: per rendere gli oggetti più logici, accessibili, universali.

Muore tragicamente in un incidente stradale nel 1969, a soli 30 anni. Eppure, in quel breve arco di tempo, collabora con giganti come Fiat e Flos, lasciando progetti fondamentali per capire l’evoluzione del design italiano post-bellico.
La lampada Parentesi: un progetto eterno
Tra i contributi più iconici di Pio Manzù c’è sicuramente la lampada Parentesi, co-firmata con Achille Castiglioni nel 1971 per Flos. L’idea iniziale era sua: una lampada che scorresse verticalmente lungo un cavo teso tra soffitto e pavimento, regolabile in altezza, minimalista al massimo.
Castiglioni la finalizzò dopo la sua morte, aggiungendo l’elemento “parentesi” in metallo che dà il nome all’oggetto. Il risultato è una delle lampade più famose e vendute al mondo, esposta al MoMA di New York e ancora in produzione oggi. Un esempio perfetto di come la funzione guidi la forma, e non viceversa.
Caratteristiche della lampada Parentesi:
- Struttura a cavo in tensione, senza fissaggi invasivi
- Corpo luce scorrevole e orientabile
- Design modulare e adattabile a qualsiasi ambiente
- Materiali tecnici, essenziali: acciaio, gomma, metallo
Pio Manzù e il design industriale
La fama di Pio Manzù non si limita all’illuminazione. Il suo approccio progettuale trova pieno compimento nella collaborazione con **Fiat**, dove nel 1968 presenta il prototipo della City Car: una compatta razionale, pensata per la mobilità urbana, con interni ripensati in chiave funzionale e accessibile.
Sebbene la sua auto non andò mai in produzione, anticipò concetti poi diventati fondamentali per l’automobile contemporanea: spazio ottimizzato, sedili modulari, cruscotti intuitivi. Il suo lavoro fu profondamente apprezzato anche da designer come Giorgetto Giugiaro e da aziende come Olivetti.
Perché le sue lampade sono così apprezzate
Pio Manzù ha portato nel design dell’illuminazione una mentalità razionale, quasi scientifica. Le sue creazioni non sono frutto di una ricerca estetica fine a sé stessa, ma di un pensiero progettuale profondo e funzionale. La lampada Parentesi ne è l’esempio lampante: un’idea semplice, ma rivoluzionaria, in grado di adattarsi a ogni spazio e a ogni epoca.
Per chi ama il design vintage italiano, acquistare un pezzo firmato o ideato da Manzù è entrare in contatto con un pensiero puro, che ha saputo anticipare tempi e bisogni con lucidità e misura.
Ideale per:
- Ambientazioni minimal e moderne
- Studi creativi e ambienti dinamici
- Collezionisti di design industriale d’autore
Conclusione
Pio Manzù ha vissuto poco, ma ha pensato tantissimo. Le sue idee, sempre concrete, hanno influenzato il design in modo silenzioso ma duraturo. La lampada Parentesi resta il simbolo di un talento cristallino, capace di coniugare efficienza tecnica e poesia della semplicità. Il suo lavoro ci ricorda che spesso la vera bellezza sta nella logica invisibile delle cose ben fatte.